Uno dice: “che ci vuole ad andare in giro a fare due foto in un bar o in un ristorante?”
Ci vuole un’organizzazione sabauda, preceduta da una forte visione creativa. Organizzazione e creatività procedono di pari passo. Scopo di un reportage è ottenere materiale foto e video da usare nei social per diversi mesi...
Quindi devi partire avendo già bene in testa cosa vuoi ottenere: il tipo di foto e di video che farai.
E in più devi avere il cervello aperto per cogliere le opportunità creative e comunicative che si offrono in ogni location: un punto di vista originale per una foto, una persona particolarmente spigliata e fotogenica, un momento di vita operativa nel locale in cui si usa il prodotto: il concetto del “carpe diem” applicato alla comunicazione.
1.
Scegli i locali. Selezionare dal database dei locali riforniti quelli più fotogenici, prestigiosi, suggestivi, o che si prestano a delle narrazioni particolari.
2.
Contattali uno per uno. Il segreto è entrare subito in sintonia con il titolare, e spiegargli che veniamo nel suo locale per fare foto dei nostri prodotti alle persone più rappresentative del locale, o ad una ricetta signature. E che useremo queste foto per dei post social su Facebook e Instagram, per promuovere contemporaneamente il suo locale e il nostro brand.
Fare selezione senza pietà: al primo accenno di “ma, non so, siamo molto presi, magari richiami più avanti” lasciamo perdere: non gli stiamo chiedendo un favore, gli stiamo offrendo una collaborazione che gli porterà vantaggi a costo zero. Se non lo capiscono non vale la pena perderci tempo al telefono, o peggio ancora fare un giro a vuoto.
3.
Spiega cosa andiamo a fare. Concordare la realizzazione di un piatto, un cocktail o un allestimento particolare che metta in evidenza le capacità dello chef o del barman e che dia risalto alle possibilità creative offerte dal prodotto.
4.
Definisci il piano operativo della giornata. Bisogna combinare Google Maps e orari di apertura, per arrivare in ogni locale nel momento giusto in cui sono più disponibili ad accoglierci (evitando le ore di punta di colazione-pranzo-cena-aperitivo). Questa è una delle parti più complesse: bisogna essere un po’ tour operator per calcolare bene i tempi degli spostamenti, un po’ Nostradamus per prevedere quanto tempo starai in ogni locale.
5.
Definisci il piano produttivo, con l’elenco degli scatti e delle situazioni foto e video da cogliere.
Questo è fondamentale per non arrivare lì e guardarsi in giro pensando “adesso che facciamo?” In un reportage ogni momento è prezioso per ottenere tanto materiale utile, che serva per mesi e mesi di programmazione social.
Per questo bisogna arrivare con una lista delle foto da fare, e se si tratta di situazioni che coinvolgono attivamente le persone del locale è meglio avvertirle prima, spiegando loro quello che hai in mente, in modo da non ritrovarsi poi davanti a un muro di timidezza o di “no grazie, non mi piace farmi fotografare”.
6.
Prepara il materiale.
Mi riferisco sia al materiale di consumo (i prodotti da fotografare) sia a quello di allestimento dei set fotografici: piatti, bicchieri, tovaglie, posate. Quando parto per un reportage la mia macchina sembra pronta per partecipare a un evento di street food, ma è tutta fatica ripagata dalla certezza di lavorare bene, di andare a colpo sicuro. Hai con te subito i prodotti a disposizione senza chiedere al locale di aprirti una bottiglia ogni volta, i piatti e i bicchieri che ti servono per trasmettere l’atmosfera esatta del brand, le tovaglie e i props necessari per dare il tocco comunicativo che hai in mente.
7.
Fai prove sui prodotti. Bisogna documentarsi, assaggiarli prima, provare le situazioni di servizio e avere ben chiare in testa le situazioni da fotografare. Fare un elenco da spuntare mano a mano che le foto vengono fatte. A quel punto, partire pieni di entusiasmo per una giornata che permetterà di raccogliere materiale foto e video per diversi mesi di programmazione social.
8.
Tieni sempre gli occhi aperti. Quando arrivi sul posto devi essere pronto a cogliere di ogni locale gli angoli più interessanti, vedere a primo colpo d’occhio quegli scorci che si prestano a una foto comunicativa, che permetta di raccontare una storia interessante sui social.
9.
Rispetta al minuto il piano operativo della giornata. Abbiamo a che fare con persone che lavorano e che gestiscono un’attività: se gli diciamo che arriviamo alle 15,30 dobbiamo essere lì alle 15,29. E fare tutto in tempo per essere nel locale successivo all’ora concordata.
10.
Salva ogni momento. Appuntarsi di ogni locale i nomi delle persone fotografate, gli aneddoti che raccontano, gli ingredienti e le preparazioni dei piatti/cocktail fotografati. Tutto questo diventerà materiale prezioso per condire i post.
11.
Rientra a casa e organizza il materiale ottenuto.
A questo punto sembra tutto finito, invece c’è ancora altrettanto da fare, anzi forse ancora di più.
Questa è la parte dove si colgono i frutti della giornata di reportage.
Il primo intervento in ordine cronologico è della fotografa, che fa una prima post-produzione delle foto, poi mi manda tutte le foto fatte nella giornata.
Consideriamo che in una giornata piena di reportage si fanno almeno 500 foto.
Seleziono quelle comunicativamente più significative, e mi creo due cartelle:
-una di foto per Facebook, che si prestino a una narrazione testuale che stimoli l’interazione
-una di foto per Instagram, basate sul requisito di pura bellezza visiva, e che serviranno a creare ulteriori post in aggiunta a quelli ripostati da Facebook.
12.
Crea i post. Questa è una fase che richiede un lavoro senza interruzioni, per creare un post dopo l’altro con le foto della giornata di reportage senza avere ripetizioni di foto o di argomentazioni. È fondamentale lavorare senza soluzioni di continuità, per rivivere lo spirito della giornata di reportage, trasmettere al lettore le sensazioni provate entrando nei vari locali e assaggiando i piatti o i cocktail che sono stati preparati.
13.
Programma i post in base al periodo stagionale.
Qui la skill fondamentale è il buon senso.
Ad esempio, se ho una foto di un piatto tipicamente invernale, non programmerò il post a luglio, ma a gennaio.
E se ho la foto di un cocktail fatta in un lounge bar che lavora prevalentemente nel weekend, non la posterò di lunedì, ma di giovedì o venerdì.
14.
Metti in evidenza ogni post nell’area geografica di riferimento del locale coinvolto.
Questo serve come ricompensa al locale per la gentilezza che ha dimostrato nell’ospitarci.
E serve per far avere al locale un risultato tangibile del lavoro: ad esempio se posto la foto fatte in un ristorante stellato di Pinerolo sui canali social di un produttore di liquori, metto in evidenza il post nell’area di Pinerolo, selezionando persone con interessi
-Ristoranti
-Alta Cucina
-Gambero Rosso
-Slow Food
oltre ovviamente a Bevande Distillate, Liquori, ecc…
Questi sono i 14 punti fondamentali da rispettare per organizzare un reportage fotografico produttivo, che dia soddisfazioni a tutte le parti coinvolte:
-il cliente, che vede un impegno che porta risultati
-i locali coinvolti, che si sentono gratificati, e in questo modo si fidelizzano ulteriormente
-il comunicatore, che ottiene un sacco di materiale prezioso per i contenuti social
E c’è ancora qualcuno che mi dice “Beato te che vai in giro per ristoranti, mangi e bevi tutto il giorno”. Ecco, in realtà il mio lavoro è qualcosina in più…